Everesting Skialp Team, superati i 4 ottomila più alti al mondo

In una squadra è importante il contributo di tutti. C’è chi tira il gruppo e chi porta l’acqua. Chi guida il campione fino ai 300 metri e chi riesce con una stoccata ad alzare le mani prima di tutti sul traguardo. Tutti hanno contribuito alla vittoria.

E’ quello che è successo sulle piste di Lizzola, Bergamo. Piste un po’ dissestate a fine stagione, con neve brutta, ghiaccio, fili d’erba tra gli sci, pietre. Non è stata una sfida facile, resa ancora di più complicata dallo stato della pista appunto. Ma i quattro ragazzi dell’Everesting Skialp Team, dopo 24 ore di salite e discese, pellate e ripellate sono riusciti a vincere l’obiettivo della sfida: raggiungere il dislivello delle 4 montagne, i 4 ottomila più alti al mondo. Il dislivello monstre da toccare era di 34.561 metri. Dopo 24 ore di santi e fatica, di notte e di ghiaccio, di mollo e non mollo, di albe e di sudore, di mal di pancia e sonno perso, i quattro moschettieri dello skialp hanno raggiunto, ognuno a proprio modo, ma ognuno dando tutto quello che aveva, i 36.059 metri. Avete letto bene: 36mila metri e 59,  avanzati a qualcuno. Obiettivo di squadra raggiunto. E tre su quattro hanno centrato anche l’Everesting. Per gli amanti della statistica, più in particolare l’avvocato con le pelli Flavio Saltarelli, appena risalito sugli sci dopo il Covid, nonostante la scarsa forma, ha superato 7.050 metri di dislivello positivo. Il bergamasco padrone di casa Gianluca Gambirasio ha guidato il gruppo verso il successo con 10.780 metri di dislivello positivo superati. La guida alpina Omar Oprandi, con due protesi nuove nuove all’anca, ha compiuto la sua personale e incredibile impresa superando nelle 24 ore – a dire il vero con molto anticipo sui tempi – 9.188 metri di dislivello positivo. E ultimo ma non ultimo l’altro piacentino Giammaria Strinati ha superato 9.041 metri di dislivello positivo.

“C’erano delle condizioni durissime di percorso – racconta Saltarelli dopo l’impresa  – Ci hanno dedicato una pista in disuso da una decina di giorni che sembrava chiusa da due mesi per la poca neve. Era fuori pista in pratica con sassi, erba… Ci sono stati grossi problemi in discesa di notte, quando vedi e non vedi e tutti avevano paura di sbagliare percorso o di finire su qualche sasso”. Un trekking di Skialp si potrebbe dire. Tutti contenti. Anche se, ammette Flavio, “E’ stato complicato, più del previsto per le condizioni al limite, e anche un po’ pericoloso”… Ogni salita erano circa 500 metri di dislivello. La traccia Strava in quel tratto ha un grande tratto rosso. Come di un grosso pennarello. Sempre per le statistiche questo significa che i nostri quattro hanno effettuato per 72 volte almeno la salita e la discesa per ottenere questo faticoso ma grande successo. Un’impresa. Applausi