Tutto pronto per il Sellaronda Ski alp. Tutte le salite del mondo riparte da qui

 

Due mesi fa è partita la sfida. Quasi per gioco. Riuscire a prepararsi per la Sella Ronda skimarathon in 60 giorni. Due mesi di salite con gli sci d’alpinismo, di uscite notturne, dopo il lavoro e giornate lunghissime. Nella neve, al freddo, con qualsiasi tempo.

Sul monte Pora, ai piani di Bobbio, a Gressoney. DynafitIn pieno inverno, con tutte le peggiori condizioni atmosferiche. E poi oltre agli sci, la corsa a piedi per allenarsi, quando da "cittadini", uomini di pianura, quando non c'è il tempo materiale per avvicinarsi in auto alle Alpi. Con il richiamo nel cuore della montagna e gli occhi all’insù non appena l’orizzonte cambia,  costretti per il lavoro a vivere in pianura dalle parti di Milano, pianura Padana, nebbia e umido e grigio come colore dominante delle lunghe giornate invernali.Ebbene, eccoci qui io e il mio socio di avventura Gigi Donelli, caporedattore di Radio24, pronti a partire. Siamo arivati fino qui. Abbiamo cercato di prepararci, meglio che potevamo, con tanti sacrifici e voglia di infinito davanti al panorama di una qualsiasi montagna.E tra poche ore vi racconteremo in diretta com'è la gara di ski alp del circuito. Siamo una delle 1200 coppie iscritte alla gara che gira attorno al gruppo del Sella di notte. Abbiamo scelto anche un nome: Dynafit press team, dal nome del nostro sponsor tecnico che ci ha messo a disposizione un'attrezzatura da campioni. Forse troppo per noi. Gli sci e gli scarponi da gara PdG, gli attacchi low tech sempre Race, leggerissimi, quelli inventati da un artigiano austriaco anni fa che hanno rivoluzionato lo sky alp. Un altro mondo.

Anni fa, da ragazzo mi avventuravo da solo a fare sci alpinismo tra Campo Imperatore e le pendici del Gran Sasso, quello che Fosco Maraini aveva soprannominato il Tibet d’Italia. Avevo un’attrezzatura all’avanguardia per l’epoca. Degli scarponi con le ghette, sci austriaci leggerissimi e degli attacchi Silvretta di ultima generazione, che invece dell’acciaio fosrse erano fatti con delle leghe speciali. I Silvretta erano il massimoperl’epoca, ma solo loro, gli attacchi pesavano un paio di chili. Oggi tutta la nostra attrezzatura ai piedi pesa meno di un kg. La tecnologia ha fatto davvero dei passi da gigante per gli ski alp. E salire i pendii più scoscesi, sfidare la forza di gravita con un paio di sci addosso e le pelli di foca attaccate sotto non è più così pesante come un tempo. E' sempre faticoso intendiamoci, ma si va più veloci. Nevedolomiti I campioni, quelli che si vedranno arrivare ai primi posti del Sellaronda venerdì notte in diretta streaming dopo poco più di tre ore e qualche decina di minuti (neanche con gli impianti di risalita si impiega così poco tempo), arriveranno correndo – si proprio così – correndo come se facessero trail o una marataona, ma con gli sci ai piedi.

Noi, io e il mio socio Gigi, cercheremo di arrivare in fondo, al nostro passo ma di buona lena. Il nostro obiettivo? Intanto non farsi male. E poi riuscire a terminare la gara evitando lo spauracchio, soprattutto negli ultimi pezzi di gara, dei fantomatici cancelli orari. Vedremo.

Intanto siamo qui. E ci godiamo le bellissime sensazioni del pre-gara. Con la soddisfazione di aver imparato molto in queti mesi dagli allenamenti e dalle scarpinate su e su per le salite delle valli alpine. Lo ski alp, fatto sulle piste, dove non ci sono rischi di valanghe, è molto vicino come allenamento alla corsa o alla bicicletta in salita. Terapia per il fisico e soprattutto per l'anima.

In un certo senso questa sfida è l’ennesima del mio progetto Tutte le salite del mondo. E’ per questo, cari amici, che ho deciso di riavviare il mio blog dedicato alle sfide estreme e allo sport. Quello vero. Sensa ansia di prestazioni assolute, senza voler vincere a tutti i costi. Ma con la voglia di superare ogni volta il muro del “basta mi fermo, non riesco ad andare avanti". Il muro che puntuale in ogni sfida di questo genere si ripropone. Nel puro spirito decoubertiamo de "l’importante non e’ vincere, ma partecipare con spirito vincente". E così che ci avviamo ad affrontare questa ennesima sfida sulle montagne piu’ belle del mondo. Le Dolomiti rosa, il gruppo del Sella. Un posto magico, in tutte le stagioni, con le sue luci e i suoi colori. Dove una volta che lo hai scoperto non puoi fare a meno di tornare, ogni tanto, attratto dal magnetismo di questi paesaggi incantevoli.

A proposito, l’annoscorso tanti amici mi hanno seguito lungo le pagine di questo blog nei miei racconti di salite e di sfide perlopiù in bicicletta. Alla fine di agosto il blog contava più di 40mila lettori. Un successo, insperato. MonterosaDa quelle pagine, con altre che si sono aggiunte via via, è uscito fuori un libro che verrà pubblicato da Ediciclo, piccolo casa editrice specializzata in storie di due ruote, di fatica e di pedali. Il libro, che si intitolera’ – non poteva essere diversamente – Tutte le salite del mondo, uscira’ nelle librerie piu’ o meno nei giorni del Giro d’Italia, tra fino maggio e inizio giugno. Vi terro’ informati e conto sul vostro aiuto già da ora per riuscire a raggiungere l’obiettivo minimo di vendita dell’editore: “Se riusciamo a vendere duemila, duemila e cinquecento copie… beh, per noi sarebbe un best seller". Riusciremo a vincere anche questa sfida? Keep in touch. Rb