Polvere e fatica. La Nova Eroica a Buonconvento

Polvere e fatica. Sole e strade bianche. Distese infinite. Campi di grano appena tagliato. Verde. Fiori selvatici. Cielo blu con le nuvole di Magritte a inseguirti a ogni pedalata. Panorami da incorniciare. Tra silenzi e il frinire delle biciclette che avanzano sulla breccia. Benvenuti alla Nova Eroica di Buonconvento, edizione numero 8, il 22 giugno 2024.

Circa 1500 ciclisti, salutati da una giornata bellissima di piena estate, si sono dati appuntamento fuori dalle mura del borgo medievale toscano, incastonato tra i filari di cipressi e i covoni del grano appena raccolto. Tanti percorsi, per tutti i gusti, dai 15 km della Nova Eroica Family alla Epic Route da quasi 300 km, accomunati dal “piacere della fatica”, la voglia di entrare lentamente come solo una bici sa fare nei panorami agresti di uno dei posti più belli d’Italia, rimasto intatto e salvato dal cemento e dall’invasione dei centri commerciali e dei palazzinari: la campagna senese. Per me, per tanti, è stato un percorso di detox, disintossicazione dalla velocità frenetica della vita di tutti i giorni. Puro godimento, momento per momento, pedalata dopo pedalata. Lo scorrere lento del tempo, al ritmo di una due ruote. Che per questa occasione non erano le bici d’epoca ma più moderne gravel: specialissime in carbonio, alluminio o titanio con le ruote grasse e grosse capaci di sopportare lo stress di un percorso così accidentato ma dannatamente affascinante. Ognuno ha una storia da raccontare all’Eroica. Sono tante quelle che ho incontrato lungo la strada, chilometro dopo chilometro. Polvere e fatica.
C’è Mark di Belfast, sul ciglio del selciato, dopo la epica salita sterrata di Monte Sante Marie – quest’anno sono riuscito per la prima volta, molto lentamente, a percorrerla tutta senza mai camminare o posare il piede a terra, grazie al fatto che non eravamo in tanti come all’Eroica di Gaiole e anche i diesel come me avevano il loro spazio su cui pedalare – Mark, dicevo sì, che aveva rotto la molla del cambio della bici.

Impossibilitato a continuare la “gara”, sorrideva davanti a un panorama da sogno e mi ringraziava per l’aiuto e i soccorsi dell’organizzazione che dopo una telefonata in italiano sarebbero arrivati di lì a poco. Dopo di lui c’era una coppia di australiani, sui sessanta, che pedalavano insieme di buona lena arrivati da Melbourne, per immergersi in questa natura. Su una salita ho incontrato Mattia di Biella, uomo quercia sopra i cinquanta, che pedalava a un buon ritmo, sempre con il sorriso, mostrandosi senza impaccio con la sua protesi a una gamba, ricordo di un brutto incidente in moto che non gli ha tolto la voglia di vivere e di provarci.

Lungo la strada, in questo lungo rosario sgranato di fatica, quando la pendenza saliva, mi hanno aiutato non poco a continuare l’impresa, due ragazzi tedeschi: Thomas e Diana. Arrivavano dalla Baviera. Lui più in palla, in salita staccava tutti ma poi arrivato in cima, si fermava ad aspettare la sua compagna e anche me che mi trascinavo in qualche modo zigzagando a volte, annegando nel sudore e nella fatica i pesi di una settimana frenetica. Più passavano i chilometri e più mi sentivo leggero, anche se più si saliva la stanchezza. La strada sembrava non finire mai. A un certo punto ho reincontrato Alberta, pubblicitaria milanese appassionata di ciclo storiche, con cui avevo iniziato l’Eroica in mattinata, persa in qualche salita, e ritrovata che vagava come me, sola sotto al sole, soffrendo allegramente sui pedali. Siamo arrivati assieme. Ogni tanto si fermava lei. Ogni tanto io – grazie per la compagnia – percorrendo a piedi le ultime erte con la bici in mano. Il percorso della Nova Eroica Buonconvento ha lunghissimi tratti sterrati ed è molto bello. La giornata è stata archiviata come “indimenticabile” da tanti partecipanti per le condizioni fortunate del meteo: all’indomani, per dire, siamo stati tutti sorpresi dal grigio nel cielo e da una pioggia autunnale.

Arrivati in fondo, con un’ora circa di ritardo rispetto alle previsioni, ma una cosa è farle e una cosa è poi realizzarle le previsioni e con la bici non è sempre facile, ci siamo guadagnati la medaglietta al collo di finisher. Il navigatore di bordo, tra una ciancia e un’altra, dice che abbiamo percorso 104 km. Sorrisi e abbracci.

Qui una gallery fotografica con i bei scatti di Guido Rubino della Nova Eroica a Buonconvento. Buona visione